Se vi capitasse di osservare da qualche parte l’immagine comparata del cervello di specie animali in senso evolutivo, vi accorgereste come l’evoluzione non abbia fatto altro che apporre parti nuove a quelle più vecchie. Certo, detta così può apparite sicuramente un po’ semplicistico, ma pensate che non riesca a trovare un esempio ulteriormente più basic? Potei farvi l’esempio della matrioska, la bambolina russa un po’ tondetta, che racchiude al suo interno svariate copie sempre più piccole. Ecco, il nostro cervello è un po’ così: contiene al suo interno parti di cervello più vecchio, che poco o niente hanno a che fare con la nostra vita moderna.
E non c’è da sperare che siano parti con cui si possa ragionare: sono parti ancestrali che hanno funzioni elementari che poco o nulla hanno a che fare con il nostro modo di intendere il cervello e sono per lo più asservite a garantire la sopravvivenza.
Strato dopo strato, il nostro cervello si è arricchito di nuove funzioni e nuove capacità, che giorno dopo giorno hanno determinato il successo della specie umana a livello planetario.
Piano piano, il nostro cervello ha saputo andare oltre il semplice “mangiare, sopravvivere, riprodursi” che rappresenta l’unico scopo di molti animali (ma anche di un eccessivo numero di persone, ahinoi), ma anche nell’essere più evoluto, più acculturato, più sviluppato, più progredito, più avanzato, più civilizzato, più moderno, più emancipato, più tutto quel che si possa scrivere in tal senso, questa componente persiste vigorosa, condizionandone la vita molto più pesantemente di quanto ci si possa aspettare. Un esempio su tutti? Che quando ci si decide finalmente di metterci a dieta, l’organismo reagisce cercando in tutti i modi di sabotare la nostra buona, saggia, santa decisione di sistemare l’alimentazione.
È la parte più vecchia del nostro cervello che cerca di metterci i bastoni tra le ruote e lo fa con tutti gli strumenti a sua disposizione perché non è in grado di comprendere il senso della nostra decisione di buttar via tutto il ben di Dio che ha messo da parte con fatica nel corso degli anni.
Dieta impossibile e dietologo senza speranza? Naaa, è solo che bisognerà fare i conti anche con questo aspetto del nostro organismo, tutt’altro che disposto a concederci deroghe rispetto a ciò che miliardi di anni di lotta per la sopravvivenza hanno insegnato.
E poiché sarà soprattutto la parte più remota del nostro cervello a remarci contro sarà bene che non ci si limiti a seguire pedissequamente un menù, ma si cerchi di imparare il più possibile, per garantirci non solo una buona discesa ma anche un ottimo mantenimento.