Se una corretta alimentazione rappresenta un grande opportunità per chi vive in un complessivo stato di buona salute, quanto più lo potrà essere per chi, magari complice il passare del tempo e lo stratificarsi del benessere sul proprio corpicino, ha iniziato a manifestare un certo discostamento da un’iniziale, invidiabile condizione di salute? Stando alle statistiche molto.
Ci sono malattie quali il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, la gotta, la steatosi epatica, giusto per citarne le principali, che dipendono in larga misura da una cattiva alimentazione, tanto da potere essere definite “malattie del benessere”. Troppo cibo, ma anche cibo non adeguato, possono variabilmente causare l’insorgenza di questa o quella malattia, in una condizione di rassegnata accettazione, tanto ci si è abituati a sentirne le lamentele da parte dei tanti che ne sono affetti. Un po’ come per l’artrosi, con la quale tutti, presto o tardi, si è costretti a fare i conti. Con la differenza fondamentale che, mentre l’artrosi rappresenta l’inevitabile usura a cui vanno incontro le nostre membra con il passare del tempo, le “patologie del benessere” hanno ben poco di inevitabile, anzi: proprio in quanto patologie legate all’aumento indiscriminato di cibo e, per di più, di cibo tutt’altro che indicato per il nostro organismo, si può, anzi si deve, cercare di porvi un freno.
Alla fin fine, è come il discorso relativo la fumo, che non solo si può, ma addirittura si ha il dovere di combattere, se si vuole preservare il più a lungo possibile il bene della salute. Il problema aggiuntivo è che, mentre nel caso del fumo tutti sono persuasi della correlazione tra tabagismo e patologie cardiache e polmonari, nel caso dell’iperalimentazione e delle cattive abitudini alimentari, c’è ancora molto da lavorare perché tutti accettino la correlazione diretta tra quest’ultime e le patologie ad esse correlate. Eppure, basterebbe provare ad adeguare l’alimentazione alle proprie reali necessità, per vedere in breve tempo grandissimi miglioramenti in tema di glicemia, pressione arteriosa, colesterolemia, uricemia, parametri relativi alla funzionalità epatica e quant’altro. In molti casi si osserva la scomparsa di ogni traccia di alterazione mentre in altri si riduce la quantità di farmaci necessari.
Da notare che, in ogni caso, si può parlare di vero affare, dato che i vantaggi ottenuti sono sostanzialmente a costo zero.