“All’infuori del cane, il libro è il miglior amico dell’uomo. Dentro il cane è troppo scuro per leggere.”
(Groucho Marx)
Più leggi e più conosci meglio fai.
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Volendo affiancare alla propria dieta una crescita culturale in ambito nutrizionale (in modo diretto ma anche no) ecco una serie di titoli che possono a vario titolo risultare utili.
In realtà avremmo dovuto parlare di “libreria” ma anche di “videoteca” e di “pinacoteca” del dr Lice, ma a questo punto il titolo sarebbe stato più lungo che interessante…
Inclusi tra i libri consigliati, anche quelli di chi sta scrivendo queste righe, che hanno il pregio (spero non il solo) di essere gratuiti.
Buona lettura (e buona visione).
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Supersize me – Morgan Spurlock
Perché mangiamo troppo (e come fare per smetterla) – David Aaron Kessler
È facile controllare il peso se sai come farlo – Carr Allen
La Dieta senza Dieta – Ben Fletcher, Karen Pine e Danny Penman
La paleo dieta – Robb Wolf
Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano a chiedere – Allan e Barbara Pease
Il libro che vi cambierà la vita (se ci credete) – Arthur Block
La Zona: la nuova alimentazione – Barry Sears
Guida pratica alla Dieta GIFT – Luca e Attilio Speciani
Manuale di sopravvivenza per dimagranti – Antonio S. Lice
Cento chili in cento giorni – Antonio S. Lice
Pie in the sky – Howard Berman
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Supersize me
Cosa succederebbe se al mondo esistessero solo i fast food? Un giovane americano ha voluto provarlo sulla propria pelle per la bellezza di un mese: colazione, pranzo e cena sempre e solo da Mc, con l’impegno di acquistare un menù ad ogni pasto e di dare almeno un morso o un sorso ad ogni pietanza presente sul vassoio.
Risultato? Bhe, se lo rivelassi sarebbe come rivelare il finale di un thriller, per cui il consiglio spassionato è quello di acquistare il dvd o quanto meno dargli una sbirciatina su Youtube, dove esiste la versione completa in italiano, magari non perfetta da un punto di vista della qualità, ma assolutamente comprensibile e, per più aspetti, sconvolgente.
Dal mio punto di vista, credo che per un adulto valga non tanto l’osservazione degli effetti di un’alimentazione dissennata (questo sarebbe molto utile per i nostri ragazzi, che sono i più grassi del globo terracqueo dopo gli statunitensi), quanto l’evidenza di come sia cambiata l’alimentazione negli ultimi decenni, sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo, con porzioni sempre maggiori di cibo di qualità discutibile, con l’effetto di una nuova normalità basata più sugli interessi delle multinazionali piuttosto che delle persone.
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Perché mangiamo troppo (e come fare per smetterla)
Il dottor David Aaron Kessler, da quando ho letto il suo “Perché mangiamo troppo…”, occupa un posto di riguardo nella mia personalissima Hall of Fame, almeno al pari di Arthur Block, l’autore delle Leggi di Murphy.
Una volta ultimato il suo incarico come direttore della FDA, il dottor Kessler ha lavorato a stretto contatto con Michelle Obama, nella sua campagna a favore della corretta alimentazione . Forte del metodo “mi sono domandato… e allora ho contattato…” ha girato gli USA e l’Europa cercando di scoprire gli inganni dell’industria alimentare, americana e non solo, e ne ha evidenziato vizi e nefandezze.
In particolare ha dato spessore e concretezza a ciò che James Joyce aveva annotato un centinaio di anni fa, ovvero che “Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi”, con la particolarità che oggigiorno i cuochi operano in grandi industrie, i loro prodotti sono spesso venduti su scala planetaria e hanno cambiato il nome in Food Designer.
Si possono condensare 375 pagine in poche righe? Ovviamente no, per cui nuovamente il consiglio è di acquistare e legger con attenzione questo libro perché scoprire cosa ci sta dietro a certe prelibatezze potrebbe anche rendercele abbastanza indigeste da continuare a ricercarle.
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È facile controllare il peso se sai come farlo
Forte del successo planetario del best seller relativo al fumo, il signor Carr, che di professione fa il commercialista, cerca di bissarne i risultati al botteghino con questo libro relativo al contenimento del peso. Stando al numero di vendite parrebbe non esserci riuscito, ma forse solo per il fatto che la percezione del sovrappeso come fattore di rischio per la salute sia minore di quella del fumo.
Il libro si legge in fretta, soprattutto per la speranza di arrivare al punto cruciale, alla rivelazione che… non arriva mai. Tutto si risolve infatti in una “genialata” che lascia un discreto amaro in bocca agli onnivori impenitenti: per contenere il proprio peso occorre diventare sostanzialmente vegetariani e mangiare un paio di volte al giorno.
In realtà a questo punto, sconsolati per avere buttato via una quindicina d’euro, che di questi tempi si farebbe anche a meno di sperperare, si va a cercare a ritroso qualche distillato di saggezza e si recupera qualcosa che al primo passaggio si era un po’ trascurato e che vale il prezzo del libro, ovvero il fatto che… Bhe, vale lo stesso discorso fatto prima. E poi non vorrei che si facesse la fine di Woody Allen rispetto al grande romanzo di Tolstoj: ” Ho fatto un corso di lettura veloce, ho imparato a leggere a piombo, trasversalmente la pagina, e ho potuto leggere “Guerra e pace” in venti minuti. Parlava della Russia.
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La Dieta senza Dieta
Tutto ha avuto inizio negli anni settanta e ottanta quando, su esplicita richiesta di alcune Società particolarmente attente alla salute dei propri dipendenti (anche in un ottica di ritorno di produttività) nacquero numerose iniziative indirizzate a promuovere programmi di miglioramento delle condizioni lavorative, prevalentemente attraverso corsi di automotivazione, training autogeno, miglioramento del rapporto tra colleghi ecc ecc. Ciò che accumunava tutte queste proposte era l’idea di base di favorire il cambiamento cercando di indurre le persone a mutare il proprio modo di pensare confidando sulla propria forza di volontà.
A quei tempi gli psicologi Fletcher, Pine e Penman dirigevano una di queste società che aveva la particolarità di cercare di indurre un miglioramento del pensiero attraverso piccoli cambiamenti quotidiani. Questo perchè avevano osservato che se le persone modificavano il loro comportamento, lentamente, ma inesorabilmente, iniziavano a cambiare anche i loro processi di pensiero più profondi, diventando spesso più ottimiste, meno stressate e generalmente più soddisfatte della propria vita.
Fin qui nulla di interessante per quel che riguarda il nostro discorso sulle abitudini se non che a certo punto, la ricercatrice Jill Hanson, analizzando e incrociando la marea di dati relativi ai lavori dei tre psicologi, si accorse che le persone che si dimostravano più disponibili ad accettare i cambiamenti tendevano a migliorare il loro peso forma, mentre i più legati alle loro abitudini mantenevano più o meno inalterato il loro peso corporeo.
A questo punto ecco il cambio di rotta di Fletcher, Pine e Penman: perché limitarsi ad osservare questo dato e non sviluppare un programma finalizzato a incrementare la flessibilità mentale nelle persone in sovrappeso, visto che già un programma generico induceva le persone a dimagrire? Nacque così “La dieta senza dieta”, un interessante programma di 28 tappe in grado di garantire (a detta degli autori) considerevoli perdite di peso senza dovere mai pronunciare termini quali chilocalorie, porzioni, carboidrati, mangiare meno ecc ecc.
Noi non sappiamo se le promesse di Fletcher e associati vengano effettivamente mantenute, tuttavia leggendo le premesse si osserva una considerazione veramente importante: “siete sovrappeso perché siete intrappolati in una rete di abitudini che vi impediscono di dimagrire in maniera permanente. Non importa quanta determinazione mettete nel cercare di dimagrire: se non sconfiggete le abitudini che vi fanno rimanere grassi, rimarrete per sempre sovrappeso.
Ho rovinato il finale? Direi proprio di no. Se da un lato è stata rivelata la presenza di un nemico in più a cui dichiarare guerra (ovvero le abitudini), dall’altro nulla è stato svelato circa le 28 tappe del percorso de “La dieta senza dieta” che potrebbero dare anche loro una buona mano per il contenimento del peso (anche se secondo me… con dieta).
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La paleo dieta
La Paleo Dieta ha un importantissimo merito, che è quello di richiamarci all’ordine circa l’alimentazione, straordinariamente sana, dei primi esseri umani, che mangiavano con ottimo profitto: midollo, cervella, frattaglie e sangue di mammiferi, pesce e crostacei, rettili, uccelli e loro uova, vermi, bachi e insetti, bacche, frutti, miele, vegetali, radici, bulbi, noci, semi, ecc ecc.
Spiegando tutto con un discreto senso dell’umorismo, Wolf ci mostra come il nostro modo di mangiare sia distante milioni di anni (in senso figurato) dal modo di mangiare che l’uomo ha seguito (in questo caso in senso reale) per milioni di anni fino ad alcuni decenni fa.
Del resto basterebbe osservare il grafico dell’introduzione dei cibi nelle epoche storiche per accorgerci di come quelli più utilizzati al giorno d’oggi siano stati introdotti dopo l’ultimo rimaneggiamento, per altro infinitesimale, del nostro DNA, come a dire che molto di quello che mangiamo oggi è per il nostro organismo una vera e propria sorpresa e se non produce danni maggiori a quelli che ci infligge è solo grazie alla straordinaria capacità d’adattamento del nostro organismo.
Giusto per puntualizzare e lasciare il desiderio di leggere qualcosa in più sulla paleo dieta, e limitando le nostre considerazioni all’uomo nella forma definitiva di homo sapiens, proviamo ad immaginare i suoi 200 anni di presenza sulla terra come se fossero un anno solare di 365 giorni e chiediamoci quando è avvenuto il cambiamento epocale nella sua alimentazione che ha portato la percentuale del cibo di produzione industriale dal 5 al 40 per cento. Esattamente l’ultimo giorno dell’anno alle 22.15! Ce n’è da pensare, vero?
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Il libro che vi cambierà la vita
(se ci credete)
Apparentemente sfrontato e presuntuoso, il titolo di questo libro mette subito in chiaro due cose: in primo luogo che in questo saggio si va per paradossi ed in secondo luogo che se si vuole cavare qualche ragno dal buco occorrerebbe un po’ di disponibilità.
Personalmente penso che ci si trovi di fronte ad un genio (perché l’autore di questo libro è anche l’inventore delle celeberrime leggi di Murphy in tutte le loro espressioni e declinazioni), tuttavia, ci si chiederà: cosa può indurre un dietologo ad inserire un libro così palesemente off topic come questo nella sua personalissima libreria? Semplicemente tutto, a partire dall’aria che si respira e che pervade ogni capitoletto di questo libro che, se ci crediamo, ci cambierà la vita. La prefazione è esilarante ed è costituita da una raccolta di fantomatici ringraziamenti per i benefici ricevuti da quanti “ci hanno creduto”:
“Per guarire un fungo al piede ho provato tutte le medicine alternative che ho potuto. Il libro che vi cambierà la vita è stato l’unico a funzionare. Grazie, grazie, e ancora grazie.”
B.H., Chicago, Illinois
“Purtroppo da bambina ho perso il dito mignolo. Da quando sto applicando i consigli del Libro che vi cambierà la vita mi sembra che abbia incominciato a ricrescere.”
L.S., Manchester, Gran Bretagna
“Dopo aver partecipato al Suo seminario sulla forza del wishful thinking ho provato il wing-walking (sport estremo che consiste nel salire in piedi sull’ala di un biplano in volo), come avevo sempre desiderato. I dottori dicono che sono stato molto fortunato a sopravvivere, ma io so che non si è trattato di fortuna.”
O.T., Milano, Italia
“Quando la mia ragazza mi ha mollato, ho provato tutte le tecniche possibili e immaginabili per rimettermi in sesto. Non ha funzionato nulla, fino a che non ho messo in pratica il Suo metodo dello scaricabarile. Grazie.”
B.L., Las Vegas, Nevada
Ma funziona veramente? Ci cambierà la vita (se ci crediamo)? In effetti la vita non ce la cambierà (anche se ci crediamo fortemente), però qualche dubbio sul fatto che , la vita, ce la stiamo rovinando con le nostre mani ce lo farà venire. Dal canto mio, la tecnica del “chissenefrega”, quella della “memoria creativa” e quella dell’arretramento dei risultati verso di noi (al posto del loro raggiungimento da parte nostra), hanno rappresentato una vera e propria illuminazione, tanto da invogliare alla creazione de Il Manuale di sopravvivenza per dimagranti ®. Non che questo possa rappresentare di per sé un valido argomento per l’acquisto, tuttavia perché scartarlo a priori?
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Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano a chiedere?
La risposta è semplicissima: perché le donne erano e ancora sono, nelle società meno evolute, raccoglitrici mentre gli uomini erano e, in alcuni posti, sono ancora cacciatori.
In realtà accanto alle spiegazioni scientifiche relative all’origine delle differenze tra uomini e donne, è interessante proprio la raccolta di queste differenze, molto utili soprattutto per farsi una ragione del fatto che, mentre le donne riescono a rispondere al telefono ascoltando musica e cucinando, gli uomini, in caso di nebbia, spengono la radio per potere guidare meglio, oppure del fatto che, mentre gli uomini in team lavorano benissimo, le donne passano il tempo a rovinarsi la vita reciprocamente. E’ tutta colpa (o merito) di milioni di anni in cui la diversificazione della vita dei due sessi ha determinato anche la diversificazione del loro comportamento in un’infinità di campi.
E cosa centra tutto ciò con la nostra intenzione di perdere peso? Direttamente nulla, indirettamente tutto: anche se il nostro personale corpo ne ha solo qualche decina, è con un organismo che si è strutturato in milioni anni che noi abbiamo a che fare e il cibo che mangiamo oggi è molto ma molto di più di quello che ha rappresentato la giusta misura per tutto questo tempo. Così, pertanto, come uomini e donne devono accettare le reciproche specificità frutto di milioni di anni di evoluzione diversificata, entrambi devono ammettere che non è pensabile che un corpo vissuto in armonia con l’ambiente per tutto questo tempo possa essere bistrattato in questo modo senza averne danni.
PS Nel libro si parla di diversità e non di gerarchie o attitudini ad occupare posti migliori in campi diversi: chi cercasse conferme per le proprie bislacche teorie sessiste resterebbe deluso…
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La zona. La nuova alimentazione.
La dieta Zona rappresenta una delle più recenti acquisizioni in campo dietologico, anche se sarebbe più corretto parlare di stile di vita che di dieta.
C’è sicuramente molto di commerciale in tutto ciò, ma questo non toglie che la formula elementare della dieta Zona sia estremamente efficace e presenti un valido fattore a suo favore: è chiara ed inequivocabile, ragion per cui risulti più facile identificare il proprio comportamento in termini di correttezza o meno rispetto alle indicazioni.
Se vi accontentate di una sintesi sull’argomento, qui se ne può trovare una ottima e per di più gratuita.
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Guida pratica alla DietaGift.
La DietGift, ideata dall’amico Luca Speciani e da suo fratello Attilio, è stata erroneamente identificata come una variante italiana della dieta Zona. Niente di più sbagliato. Il libro lo spiega chiaramente, indicando come la chiave dell’ingrassamento e del dimagrimento non stia nel computo acritico delle calorie ma in un metabolismo efficiente e nella corretta regolazione della neurochimica cerebrale.
Per questo motivo la DietaGift non serve solo per dimagrire ma soprattutto per restare in salute e ciò attraverso poche e semplici regole:
tre pasti al giorno, con colazione da re;
frutta e verdura libere, ai pasti e fuori pasto;
chiarimento dei cibi sì e dei cibi no;
il monopiatto (inteso come piatto comprensivo di proteine e carboidrati) a pranzo e a cena;
movimento intelligente.
pregio del libro è anche la presenza di ricette e uno schema per imparare a gestire la propria alimentazione secondo i canoni Gift.
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Il manuale di sopravvivenza per dimagranti ®.
Quando la dieta sembra prendere il sopravvento ed invadere ogni angolo della vita, emerge la necessità di ritrovare il giusto equilibrio tra il troppo cibo, che rovina la salute, e la troppa saggezza, che, innegabilmente, rovina l’esistenza. Serve, insomma, un manuale di sopravvivenza che ci tragga d’impaccio, ma non un manuale di sopravvivenza qualsiasi: ci serve un manuale di sopravvivenza per dimagranti.
Nato come vero e proprio atto di solidarietà nei confronti di quelle persone che si dannano quotidianamente per raggiungere un peso accettabile, senza per altro mai avvicinarsi in modo soddisfacente, il manuale di sopravvivenza vorrebbe essere anzitutto un aiuto sul piano dell’umore, con l’augurio che con un po’ di serenità anche il peso possa trarne beneficio.
A tratti surreale e a tratti inutile, il manuale di sopravvivenza per dimagranti si accomuna ai titoli consigliati nell’apposita sezione per la speranza di fornire uno spunto di riflessione, un’intuizione o un illuminazione, che possa segnare una svolta nel percorso di dimagrimento, prima, e di mantenimento, poi.
Qui è possibile trovare l’intero manuale leggibile sul web, mentre scrivendo all’autore (oh, come suona bene) per riceverlo in formato pdf, avrete il vantaggio di ottenerlo gratis e intanto darete lustro all’autostima di un anonimo dietologo di provincia (per la precisione Vimercate, ex Milano e ora Monza e Brianza).
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Cento chili in cento giorni ®.
“Cento chili in cento giorni” non può che essere un paradosso. Più precisamente il paradosso dei paradossi rappresentati da quella pletora di metodi miracolosi che promettono un numero sempre maggiore di chili perdibili in un tempo sempre minore. E non si promettono solo tot chili in tot giorni ma anche che non si farà fatica, che è facile (se sai come fare)… né più né meno ciò che la gente vuole sentirsi dire. E allora se dobbiamo esagerare, visto che qua le promesse fioccano come la neve a Korvatunturi il giorno di Natale… esageriamo, via: cento chili in cento giorni!
Il punto, tanto, non sta nel tenore delle promesse quanto nel fatto che se c’è un campo in cui le promesse siano vane (“da marinaio” si diceva un tempo, quando era nota l’abitudine dei marittimi di avere una donna in ogni porto) questo è quello della dietologia. Fosse solo questo… ancor più stucchevole, infatti, è la tendenza a glissare sull’argomento veramente clou, che non è la quantità di chili perdibili e neppure la quantità di tempo necessaria, bensì la mantenibilità dei risultati promessi.
Ma così non si fa, dai: qui si gioca sulle aspettative della gente facendole balenare il sogno (sogno, certo, mica si sta parlando della tombola di quartiere della domenica pomeriggio, no? Con tutto il rispetto per la tombola, ovviamente, e anche per il quartiere) di trovare in un battibaleno la forma fisica agognata, magari, da una vita.
E allora tiriamo fuori un altro metodo? Un’altra dottrina? Un’altra genialata? Assolutamente no, al contrario: nessun metodo, né dottrina, né genialata. Solo alcune riflessioni e alcuni spunti per ragionare sull’argomento ed un invito a fare le cose con calma e con piacere. Semmai può essere innovativa la modalità di presentazione dei contenuti, non sotto forma di capitoletti bensì in modalità agenda, con ogni giorno qualcosa da leggere o da imparare. Sarebbe conveniente leggere i contenuti proprio così: uno al giorno, sul web (qui ci sono i cento giorni di contenuti)oppure comodamente su un tablet, scaricando la versione in formato elettronico: come già detto sopra, il dottor Lice sarà molto onorato di inviarlo gratuitamente a chiunque ne chiederà una copia.
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Pie in the sky
Per non violare i diritti d’autore non riporto l’immagine, che può essere visionata, tra numerosi altri posti, qui.
Perché questa immagine? Unicamente per dire che capisco benissimo lo sforzo di chi si mette a dieta. Facile e superficiale esprimere contrarietà nei confronti di chi, sopraffatto da infiniti fattori contrari, dovesse soccombere alle tentazioni: stare a dieta è una sofferenza che solo la speranza di un peso accettabile riesce, alle volte, a far sopportare.
Attraverso questa simpatica immagine tutto il mio rispetto e la mia comprensione.