Il Manuale di sopravvivenza per dimagranti ® – Una, anzi due delle tante “storie di noi”

“Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato, per caso, in via Gluck”

Il ragazzo della via Gluck (Adriano Celentano)

Ovvero: quante storie potremmo raccontare di persone che apprezzano pochino  il proprio peso

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M. Buona sera, mi chiamo Margherita.

R. Buona sera, il mio nome è Rosalina.

M. Non ho ricordi particolari del mio peso da bambina, per cui deduco che il mio peso fosse tutto sommato buono. Anzi, a dar credito alle foto di quando ero alle elementari ed alle medie, dovevo essere una di quelle bambine magrine, con le gambette lunghe lunghe, secche secche. Bhe direi che dalla foto alle mie spalle si noti.

R. Anch’io ho vaghi ricordi del mio peso da bambina, ma solo fino all’asilo, perché già alle elementari qualche bambino più grande aveva provveduto ad informarmi che il mio corpicino non doveva essere poi così “…ino” e presumo che la foto in questo momento sul mega schermo non lasci molti dubbi (che belle guanciotte, vero?!). Alle elementari i miei amici mi han chiamato ciccia, baciccia, cicciona, cicciobello, balena, tricheco, balenottera, bonza, palletta, pallone, mongolfiera… persino “cicciabomba cannoniere con tre buchi nel sedere” e secondo loro avrei anche dovuto avere tre buchi nella pancia e sarei dovuta andare ad abitare in Francia. Io, pur non avendo tre buchi nella pancia e non sapendo dove fosse la Francia, ho iniziato ad immaginarmela come un posto fantastico e meraviglioso dove di colpo ti facevano diventare come tutti gli altri bambini, cioè un po’ str… no dai, scherzo: intendevo dire magri.

M. Il cibo per me non era un problema, anzi: caffelatte con i biscotti al mattino, un frutto a scuola e un piattone di pasta a pranzo. A merenda la mamma mi preparava qualche fetta di pane e marmellata e poi via a giocare… mia madre diceva che ero  un maschiaccio ed era difficile che stessi ferma una volta finiti i compiti. Dovevo bruciare energie a tutta birra… Ecco, quella con i codini con la bocca tutta sporca di… come? non si può dire perché è pubblicità? Vabbè quella sono io.

R. Della mia infanzia ho dei bellissimi ricordi legati proprio al cibo: le torte e i biscotti fatti in casa con la nonna, le tavole imbandite per le feste, tutti gli zii e i cugini che venivano da noi per Natale e noi bambini mangiavamo in cucina su un tavolino preparato solo per noi. A dir la verità più che una mangiona mi piaceva tutto ciò che circondava il cibo: le feste, la preparazione, il pensiero di fare qualcosa di buono per qualcuno… a farmi stare in riga ci pensava la mamma che mi diceva sempre che era importante mangiare bene perché altrimenti poi avrebbe dovuto mettermi a dieta. Dalla foto sullo schermo si comprende come non si potesse darle torto…

M. Il pensiero della dieta da bambina non mi ha mai sfiorato. E neppure da adolescente, ad essere sincera: il mio peso era rimasto tutto sommato nei limiti, e anche se magari non sarò rimasta una silfide come da bambina, non potevo proprio lamentarmi: il mio lato B era decisamente degno di nota (quella di spalle sullo schermo sono io). Pensare che adesso, quando mia figlia guarda i miei jeans di allora, non crede che fossero davvero i miei… Come biasimarla: faccio fatica a crederlo anch’io. Eh, bei tempi quelli del liceo…

R. Bhe, che dire… non ero proprio la più gettonata della scuola. Cioè, voglio dire, finché si trattava di consigli e spalle su cui piangere le pene d’amore, chi meglio di me? Però appuntamenti galanti o inviti al cinema o in pizzeria neanche a parlarne… Inoltre ogni volta che c’era l’occasione di uscire con sconosciuti me la facevo letteralmente addosso: come mi avrebbero giudicata? In quei tempi c’erano gli occhiali a “raggi X” che davano l’illusione di guardare attraverso i vestiti ed io mi chiedevo se esistessero occhiali a “raggi ancor più X” capaci di arrivare fino al cuore. Chissà, forse in questo modo qualcuno avrebbe avuto il coraggio di uscire con una come me… figuriamoci poi trovare un fidanzato! Rido per non piangere… anzi, se devo essere sincera adesso ci rido su e basta.

M. I chili li ho messi su dopo il matrimonio, però non con la gravidanza ma con l’allattamento, quando seguendo la convinzione popolare che si dovesse mangiare per due ho assecondato il mio istinto vorace da puerpera famelica ed ho raggiunto quote imprevedibili. È lì che ho smarrito il mio bel lato B e pian pianino ho iniziato a pensare che avrei dovuto trovare un rimedio per arginare il fenomeno e provare a rientrare, non dico in una 42, ma almeno scendere sotto la… bhe, sì, insomma, non importa. Ehm, è possibile passare direttamente alla foto successiva? Grazie.

R. Il fatto che adesso ci siano così tanti negozi plus-size è sicuramente una manna caduta dal cielo, così posso evitare di vestirmi come un frigorifero senza dovere recarmi nell’angolo delle “taglie forti”, piuttosto che quello delle “taglie comode”, delle “taglie conformate” o delle “taglie calibrate”… ci sono questi negozi dal nome esotico o comunque evocativo dove non ti devi sentire per forza un’intrusa per il fatto di non riuscire ad entrare in una 42… intendo neppure con una gamba.

M. Se prima non lo era adesso il cibo è diventato un bel problema perché è come se ogni singola caloria valesse per due. Ma fosse solo quello! Tutto attorno a me è un continuo richiamo al cibo: ciotoline di caramelle in ufficio; compleanni ad ogni momento; cene al ristorante più volte alla settimana… ma com’è che tutto il mondo ruota attorno al cibo? Ci mancavano poi tutti quei dolcetti fatti apposta per dare astinenza… dovrebbero renderli illegali! Bhe forse sarebbe meglio di no: non mi ci vedo uscire di casa la notte per cercare uno spacciatore di Mars… ooops non dovevo dirlo?

R. Il cibo è la croce e la delizia della mia vita… quando sono in dieta ce la metto tutta per restare nei limiti imposti dal mio programma alimentare, ma quando mi vengono i cinque minuti… ah quando mi vengono i cinque minuti non c’è dieta che tenga: sono capace di buttare via un mese di dieta in quei cinque minuti… beh magari un po’ più di cinque minuti, facciamo un paio d’ore … ok, quattro e non se ne parli più: quattro ore di pura orgia glicemica senza pietà. Ho ancora sullo stomaco i bignè di ieri sera. Mmm, però, che bontà…

M. E così mi tocca cercare di compensare le divagazioni alimentari con ore e ore di palestra, tapis roulant, step, aerobica ecc ecc. Ci vado appena posso, spesso in pausa pranzo, per non togliere spazio ai miei bambini che sono la cosa più importante del mondo. Ogni volta, poi, mi riprometto di trovare anche un po’ di altri momenti per fare ancora un po’ di attività, ma come si fa a trovare tempo a sufficienza per farla con una famiglia a cui pensare?

R. La bicicletta è la mia grande alleata! Ho la fortuna di lavorare ad una distanza ottimale da casa così posso evitare di dovere prendere i mezzi o l’automobile. Ovunque vada, purché non debba caricare grosse borse della spesa, ci vado in bicicletta. Mi rendo sempre più conto che non basta iscriversi in palestra per fare un po’ di sport qualche ora alla settimana, è indispensabile che il sano movimento sia parte integrante della nostra vita, come il mangiar bene…

M. Uhm… mi sa che è proprio venuto il momento di trovare qualcuno che mi aiuti a trovare un modo corretto di mangiare…

R. Credo proprio di sì

M. Cosa dici andiamo insieme? Hai voglia di fare un pezzettino di strada con me?

R. Scherzi: solo un pezzettino? Chilometri, faremo insieme!

 

Rosalina Rosalina

tutto il giorno in bicicletta

fino a sera, sera

chissà  i polpacci poveretta

fino a sera, sera

chissà  che piedi gonfi avrai

Rosalina Rosalina

a me piaci grassottina

ma quando è sera, sera

ti sento masticare

ma quando è sera, sera

t’ammazzi con i bignet

Amore mio

ti voglio bene come sei

sei eccitante al punto che ti sposerei

novanta chili di libidine e bontà

e poi vedrai

un pò di moto ti aiuterà

Rosalina Rosalina

tutto il giorno in bicicletta

fino a sera, sera

chissà  i polpacci poveretta

fino a sera, sera

chissà  che piedi gonfi avrai

Mia madre dice che col tempo

dimagrirai

ma non importa amore

non cambiare mai

hai fatto caso che le magre sono tristi

invece tu hai sempre voglia di cantare

Rosalina Rosalina

la mia bella farfallina

che pedala e canta

canta finché muore il sole

e quando è sera, sera

ti sento masticare

e quando è sera, sera

t’ammazzi con i bignet, Olè

“Rosalina”

Fabio Concato

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