“Io ho sentito molte ballate, quella di Tom Dooley, quella di Davy Crocket
e sarebbe piaciuto anche a me scriverne una così…
invece, invece niente: ho fatto una ballata
per uno che sta a Milano, al Giambellino, il Cerutti, Cerutti Gino”
La ballata del Cerutti (Giorgio Gaber)
Ovvero che non è scritto da nessuna parte che si debba sempre essere seriosi
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Io ho letto molti manuali, quello di Nonna Papera, quello delle Giovani Marmotte e sarebbe piaciuto anche a me scriverne uno così… e invece, invece niente: ho scritto un manuale per dimagranti, “il manuale di sopravvivenza per dimagranti®”.
Bene, direi che con questa premessa ci siamo giocati qualsiasi velleità scientifica e tutto il credito di cui avremmo potuto godere. Poco male, non è quello che ci interessava: come i manuali di nonna Papera e delle Giovani Marmotte non è l’aspetto scientifico che ci sta a cuore, ma quello pratico e semmai del buon umore.
Sgombriamo pertanto il campo da possibili fraintendimenti: qui non si fa sul serio, perché quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare… ma nel senso che di fare i duri proprio non se ne parla.
Del resto non vorrete farmi credere che avete voglia di leggervi l’ennesima mappazza dietologica o trattato sulla nutrizione o corso di sbattimento fisico? Dai, prendiamoci una pausa e dedichiamoci a qualche lettura un po’ più leggera, scritta apposta per alleviare il carico del futuro attacco ai chili di troppo. Perché l’intento di questo libro non è quello di darvi nuove idee per perdere peso o farvi conoscere un nuovo metodo per dimagrire, ma semplicemente farvi riflettere sull’opportunità di prendere le cose con una serenità ed una leggerezza che, forse, non avete mai ritenuto possibile. Proprio per questo motivo, capiterà ogni tanto di distrarci un po’ e deviare rispetto alla strada maestra: percorreremo così viette secondarie che poco o niente hanno a che fare con la dietologia, ma possono essere molto gradevoli almeno sotto tre aspetti: possono alleggerire ulteriormente una lettura già leggera di suo; possono aumentare la nostra cultura generale, cosa che non guasta mai; possono essere saltate a piè pari senza rimpianti, se considerate poco interessanti.
E a proposito di salti: se anziché dei saltelli ad un certo punto inizierete a desiderare di fare veri e proprio balzi, vi dico subito che il presente tomo è diviso in tre parti. La prima parte può essere considerata la parte relativa al perché il mondo sia così ingrassato negli ultimi decenni. La seconda parte, invece, sarà dedicata alle difficoltà oggettive che si incontra quando si indossa il saio del dimagrante. La terza ed ultima parte, finalmente, riguarderà la parte vera e propria del manuale di sopravvivenza, ovvero quella con il Sanbernardo e il coltellino svizzero, per intenderci. Se questa è l’unica parte che vi interessa e tutto il resto no, accomodatevi pure (anche se così facendo non saprete mai cosa vi siete persi… eh beh). Del resto la parte più significativa è proprio: per quale motivo, altrimenti, avrei scelto un titolo tanto stravagante, se non per chiarire fin dall’inizio che l’intento di questo libro non è quello di fare l’esegesi del sovrappeso e neppure fornire l’ennesimo metodo infallibile e miracoloso, ma quello di correre in soccorso di chi, suo malgrado, si è visto, si vede o si vedrà costretto a impegolarsi nel triste percorso del dimagrimento, un percorso che rischia di essere fitto di privazioni, mortificazioni e imposizioni. Perché, ammettiamolo, perdere peso significa cimentarsi con prove ben più ardue che montare una tenda canadese sopra un picco piramidiforme piuttosto che allestire una torta di panna multipiano! Le difficoltà a cui alludono nei loro manuali la nonna più famosa delle edicole mondiali e i giovani paperi esploratori a noi ci fanno un baffo.
Con l’intenzione che questo libro possa essere l’alleato principale per ognuno di noi che si accinge o si accingerà ad un percorso ad ostacoli degno del miglior Indiana Jones, direi che possiamo procedere al passo successivo, cioè spiegare come leggere il presente manuale, perché in fin dei conti potrebbe anche essere simpatico sfogliare questo opuscolo extra large in maniera non del tutto convenzionale, magari stimolando la fantasia e provando a visualizzare ciò che si legge, sia che si tratti di numeri che di figure.
Chiedo pertanto un primo piccolo sforzo di immaginazione (ne consegue che ci saranno altre analoghe richieste) e di figurarsi una sala congressi (se volete gratificare la mia autostima immaginatela grande… immensa… di più: tanto il costo del libro non cambia), un palco, un oratore e un grande schermo alle spalle dello stesso. Per vostra informazione solitamente vesto casual, ma se può risultarvi comodo potete anche visualizzarmi in giacca e cravatta. Ah, tendo ad evitare di stare seduto, per cui abbiate la pazienza di seguirmi con lo sguardo e abbiate anche l’avvedutezza di non distrarvi mai: ho la pessima abitudine di interagire con i presenti in sala. Come dite? siete a casa seduti comodamente sulla vostra poltrona preferita? Occhio al telefono!
Un’ultima cosa: giusto per iniziare con un po’ di brio, direi di vedere sul mega schermo alle mie spalle, quello che poi useremo per le diapositive e le clips, un filmato realizzato da due collaboratrici che raffigureranno altrettante possibili storie di “ciccia”. In questo filmato si succederanno foto e filmati che descrivono con immagini i loro racconti (forza con la fantasia!). So benissimo che esistono infinite possibili storie, però il fatto di rappresentarne due così diverse permetteranno di capire che il ventaglio di riferimento è enorme, che le cause del sovrappeso sono davvero molteplici e che altrettanto varie sono le possibili storie di “ciccia”, anzi, le possibili “storie di noi”.
Ah, un’ultima cosa (questa per davvero): difficilmente mi prendo troppo sul serio… mi raccomando: non fatelo voi!
Ok, direi che abbiamo dato tutte le coordinate… pronti, partenza, via.
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