“Passeggiando in bicicletta, accanto a te, pedalare senza fretta la domenica mattina”
“In bicicletta” (Riccardo Cocciante)
Ovvero che praticare sport fa bene ma non è indispensabile, basta muoversi.
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Filmato numero 1.
11 luglio 1982: Sul praticello (!) del Santiago Bernabeu di Madrid i signori Zoff Dino (capitano), Gentile Claudio detto Gheddafi in quanto nato a Tripoli, Cabrini Antonio detto il bell’Antonio, Bergomi Giuseppe detto Beppe ed anche zio, Collovati Fulvio, Scirea Gaetano, Conti Bruno, Tardelli Marco, Rossi Paolo, Oriali Gabriele detto Lele, Graziani Francesco detto Ciccio il generoso, Causio Franco detto il barone e Altobelli Alessandro detto Spillo, guidati dal CT Bearzot Enzo, vincono la finale del campionato del mondo di calcio, battendo per 3 a 1 gli alemanni. Indimenticabile il triplice “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!” con cui il telecronista Nando Martellini sottolinea il trionfo degli azzurri, che hanno regolato nelle fasi precedenti anche sambisti e tangueri.
Filmato numero 2.
Oggi: T. M. segretaria in pensione è l’unica ad evitare le scale mobili e percorrere le scale tradizionali. Lo fa con immensa soddisfazione perché, pur non trattandosi di un vero e proprio sport, le da l’impressione di mantenere il suo corpo in buona efficienza e perché, ne è convinta, che senso avrebbe mettere la saccarina nel caffè se poi si rinuncia a queste piacevoli sensazioni di benessere? Ci sta, è proprio il caso di dirlo, bella dentro.
Filmato numero 3.
25 settembre 1988: I fratelloni Abbagnale (Giuseppe e Carmine), il timoniere Di Capua Giuseppe detto Peppiniello, e il telecronista Galeazzi Giampiero detto Bisteccone, vincono a Seoul la seconda medaglia olimpica nella specialità del due con. Determinante per la vittoria la telecronaca di Galeazzi: “Ci sono ancora 50 metri con la Germania dell’ Est che sta rinvenendo fortissimo, reagisce comunque Giuseppe, che regge magnificamente, sta reggendo negli ultimi 10 colpi, rinviene la Germania ma la prua è italiana… è la prima a vincere davanti alla Germania dell’ Est e vince davanti addirittura alla Gran Bretagna che è solamente terza…… : “mitticci!”
Filmato numero 4.
Oggi: nel suo scantinato il signor B.E., di professione geometra, intende stabilire il suo record al vogatore e superare i dieci minuti di voga: di solito dopo otto minuti stramazza a terra ansimante. Per l’occasione non ha trascurato nulla: canotta azzurra che richiama quella dei fratelloni d’Italia, ma in tessuto ultramoderno per favorire la traspirazione, borraccia con integratore per ripartire di slancio ad ogni sorso dotata di cannuccia modello ponte sullo stretto, compilation studiata per la massima carica: “Eye of the tiger” dei Survivor, “I was made for loving you” dei Kiss, “Jeeg Robot d’acciaio” di tale Fogus e “We are the champion” al decimo minuto e in caso di riuscita. Al geometra B.E. il nostro in bocca al lupo e anche per lui il nostro “mitticco!”
Filmato numero 5.
11 settembre 2000: il signor Rossi Antonio, il signor Bonomi Beniamino e ancora l’eclettico Signor Galeazzi, vincono a Sidney la medaglia d’oro nel K2 mille metri. Anche in questo caso risulta determinante la telecronaca di Galeazzi, leggermente obnubilato nel finale: “… è la Svezia che ci fa una grande paura, l’Ungheria che attacca la Svezia, precipita verso il traguardo, con Rossi che adesso, eleva ancora il numero dei colpi… centosedici, centodiciotto, vai Antonio, vai che sei il più forte, vai Beniamino, ancora andiamo a vincere, andiamo a vincere ancora… e questo… è il K2 Italiano… si guarda a sinistra, si guarda a destra e VINCE L’ITALIA! Vince… e come si dice, per la leggenda… e per… quali campioni… I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E… la vittoria di questa imbarcazione… un turbo diesel…”
Filmato numero 6.
Oggi: anche in assenza di telecronaca, l’avvenente signorina P.C., laureanda in scienze naturali e in cerca di un buon partito, dopo essersi rifatta altro (ma giusto un ritocchino, eh!?) si è fatta un’oretta di Aquagym ed adesso, sotto la doccia, si crogiola al pensiero dei suoi glutei marmorei e di come solo un anno prima non avrebbe retto neppure dieci minuti di lezione.
Filmato numero 7.
9 agosto 1983: il signor Cova Alberto (detto “il ragioniere” sia per il fisico assolutamente “normale” che per il fatto di avere effettivamente conseguito tale diploma) è quinto all’ultima curva della finale dei diecimila metri del campionato mondiale di atletica leggera di Helsinki; dato ormai per spacciato, si allarga imprevedibilmente sulla corsia esterna, inserisce il turbo e con un progressione tale da far sembrare imbarazzante la velocità degli avversari regola nell’ordine: Shahanga (Tanzania), Vainio (Finlandia), Kunze (DDR) e Schildhauer (DDR), vincendo con il tempo di 28’01″04. Il telecronista va in risonanza a 27’56”06 quando inizia a ripetere per ben sei volte e in crescendo il nome dell’atleta: “Cova! (1) CovA!(2) CoVA!(3) COVA!(4) COOOOVAAAA!(5) COOOOVAAAA!”(e 6)
Filmato numero 8.
Oggi: dopo una ventina d’anni di assoluta e beata nullafacenza ed astensione da qualsiasi attività sportiva, il nostro commercialista di Monza mette le scarpe ai piedi e, pur sapendo che presto maledirà quest’idea (a causa della quale per i prossimi tre giorni camminerà come se avesse una scopa in un posto che non è il ripostiglio), conta di riuscire a correre in capo a un mesetto quattro chilometri in una mezz’oretta. È fiducioso e per nulla impensierito dal paragone con il collega: “Cova sarà anche imbattibile sui tremila, ma sui setteequaranta sicuramente lo faccio nero”. Sempre più un grande il nostro commercialista di Monza.
Luci!
Facciamola corta e andiamo al sodo: cosa deduciamo da tutto ciò?
Sostanzialmente che:
Giampiero Galeazzi ha vinto più medaglie d’oro di moltissimi atleti azzurri;
pur censurato, il filmato della signorina P.C. sotto la doccia è stato il più osservato;
non è necessario essere super eroi per fare un po’ di attività fisica;
basta proprio poco per fare un po’ di movimento, e questo è veramente l’aspetto fondamentale.
Certo, si può praticare uno sport di squadra che ci invogli ad uscire di casa anche quando vorremmo metterci in pigiama e addormentarci davanti alla TV che guarda uno spettacolo migliore di quello che trasmette lei (noi che russiamo).
Ci si può iscrivere in palestra per scolpire gambe, addominali e glutei o per rovesciare la tartaruga che portiamo in grembo nella giusta direzione.
Possiamo… e la lista sarebbe talmente lunga, e diciamolo pure soporifera, che la possiamo saltare direttamente, tanto ci siamo capiti.
Quello che probabilmente non abbiamo ben chiaro è che oltre ad essere utile per bruciare qualche caloria (qualsiasi dietologo ne conviene) un plus del movimento spesso sottostimato è ciò che rappresenta, ovvero un tassello in più nella realizzazione di uno stile di vita più votato alla salute. Muoversi serve sì per perdere qualche chiletto, ma serve ancor di più per ricordarci che non siamo delle scamorze ameboidi, ma che ci teniamo a noi stessi e che noi valiamo. Esatto, proprio come dicono quelli dello shampoo: mica è colpa mia se quella pubblicità l’avete sentita prima di leggere queste righe!
E non ci sono solo le partite a calcetto o a pallacanestro o a pallavolo, i corsi in palestra piuttosto che in piscina, in sala da ballo, sul tatami o sul tartan: ogni scala che facciamo al posto di prendere scale mobili ed ascensore, ogni parcheggio effettuato lontano dall’ingresso del centro commerciale, ogni balletto fatto in casa guardando su youtube le “Ketchup” che cantano “Asereje” piuttosto che Ciuchino e il Gatto con gli stivali che sublimano “Livin la vida loca”, sono piccoli messaggi che inviamo a noi stessi per confermarci come non sia poi così difficile vivere in modo salutare.
Nel settembre del 2009 è stato fatto un esperimento a Stoccolma in cui i gradini delle scale della stazione della metropolitane di Odenplan sono stati sostituiti da assi bianche ed assi nere per simulare i tasti di un pianoforte. Il bello è che questi tasti… suonano davvero, così da porre alle migliaia di viaggiatori in uscita dal metrò il dilemma se prendere la solita scala mobile “afona” oppure provare a fare le “scale musicali”. Alla fine dell’esperimento, i realizzatori dello stesso hanno quantificato nel 66% il numero di persone che decidevano di tralasciare le più comode scale mobili a favore delle più divertenti scale musicali.
Tale è stato il successo dell’iniziativa che le scali musicali della stazione di Odenplan sono diventate un’attrazione permanente (http://www.youtube.com/watch?v=2lXh2n0aPyw) ed ha indotto altre amministrazioni comunali ad adottarle per incentivare il movimento (tra queste c’è anche la stazione di piazza Duomo a Milano, le cui scale musicali sono anch’esse filmatissime su YouTube e come tali visitabili almeno virtualmente, per esempio all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=oKH8h5yZBI4).
Cosa ci suggerisce questo esempio? Per prima cosa che la fantasia e il divertimento possono essere un ottimo sistema educativo e per certuni anche rieducativo (per chi fosse interessato può dare un occhio su www.funtheory.com, che è il sito dei realizzatori delle scale musicali di Stoccolma). In secondo luogo, che se davvero è necessario incentivare con il divertimento una cosa che dovrebbe essere normale amministrazione quotidiana, vuol proprio dire che abbiamo raggiunto un livello di pigrizia preoccupante.
Tra l’altro, considerando che più abitudini si spezzano, più è probabile mantenere i nuovi canoni a tempo indeterminato, fatto trenta con la dieta sarà davvero utile fare trentuno con un po’ di sano e sereno movimento.
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