“E qui comando io, e questa è casa mia,
ogni dì voglio sapere chi viene e chi va”
“E qui comando io” Gigliola Cinquetti
Ovvero del fatto che fondamentale sapere cosa viene e cosa va.
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Vi chiederete il motivo per cui campeggi alle nostre spalle l’immagine di un soldatino di guardia sopra un picco… Ottima domanda!
Farei partire se me lo consentite una vecchia pellicola di repertorio, in bianco e nero e un po’ rovinata, che mostra due bambini di circa otto anni tutti presi a costruire fortificazioni con sassi e legnetti in un sabbiatoio. Indossano braghette corte e la classica t-shirt della Fruit of the Loom che li collocano temporalmente a cavallo tra gli ultimi anni sessanta e i primi anni della decade successiva (il colore non importa, tanto è diventato lo stesso pur partendo da tonalità opposte).
Stanno preparandosi per una battaglia con i soldatini in piena regola ed ognuno costruisce la propria fortificazione secondo regole non scritte ma universalmente riconosciute come fondamentali per il successo. Ecco, sembra proprio che la fase dell’edificazione dei fortini sia terminata e cosa fanno? Anziché inserire i propri militi nelle postazioni tattiche iniziano a bombardare ciascuno le proprie costruzioni. Masochismo? Consapevolezza di non essere all’altezza del “nemico” e quindi autopunizione per la propria incapacità edile? Nulla di tutto questo: siamo nella fase di collaudo della fortificazione, la fase più delicata perché dal corretto e impietoso svolgimento di questo controllo dipenderanno gli esiti della battaglia: non si può mai essere certi dei propri mezzi se non li si controlla adeguatamente.
Per inciso il bambino a sinistra con le scarpe ortopediche, gli occhiali e l’apparecchio ortodontico sono io.
Luci, grazie.
Il mantenimento, che non si improvvisa, si regge su un unico precetto: controllo!
E anche se vedremo che il controllo si declinerà in due modalità differenti, il precetto resta sempre e unicamente quello: controllo!
Piccola parentesi per un paio di premessine:
le diete non servono, anzi sono fallimentari; ciò che serve è correttezza, non ristrettezza;
la correttezza dell’alimentazione comporta la correzione del peso;
buona alimentazione e buon peso vanno a braccetto e non si può sperare che il peso resti buono smettendo di mangiare correttamente.
Chiusa parentesi, procediamo.
Il controllo che si deve esercitare è sia previo che a posteriori.
Il controllo previo rappresenta molto semplicemente il controllo che esercitiamo su noi stessi e su ciò che mangiamo: abbiamo appreso delle regole, abbiamo verificato che funzionano e dobbiamo solo continuare ad applicarle per continuare ad averne i benefici. Un po’ come un bambino che quando costruisce la sua fortezza segue i principi e le tecniche che si sono rivelati vincenti.
Il controllo a posteriori segue il principio che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio. Può darsi che si sia fatto tutto nel migliore dei modi e che non ci sia stata nessuna falla nelle procedure eseguite, ma chi ci dice che il risultato sia all’altezza delle aspettative: un controllo è indispensabile. Anche in questo caso è un po’ come il bambino che pur fidandosi delle sue capacità, ammette che qualcosa potrebbe anche essere andato storto e riconosce la necessità di un controllo.
E in fin dei conti cos’è meglio? Fidarsi delle proprie capacità e rischiare di rimettere su tutti i chili persi, oppure dubitarne e scoprire in anticipo qualsiasi imprevisto? Non ci son dubbi vero?
Pertanto ecco il consiglio definitivo che deriva tanto dall’esperienza come dietologo che come costruttore provetto di fortezze da combattimento per soldatini: mai fidarsi delle proprie capacità, verificare sempre il risultato del proprio operato e soprattutto sistemare subito eventuali imprevisti, perché ogni chilo che si lascia correre è come una pietra mal messa e non sistemata: può essere fatale.
Post scriptum: la battaglia di quel lontano pomeriggio d’estate fini come sempre in perfetta parità, con le fortezze assolutamente indistruttibili.
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