Abbiamo una responsabilità enorme nei confronti dei nostri bambini e dei nostri ragazzi: quella di preservare il loro naturale buono stato di salute, non solo in termini di semplice assenza di malattia, ma proprio in termini di completo benessere fisico, psichico e sociale.
Che questo passi attraverso il mantenimento di un buon peso corporeo dovrebbe essere ormai un fatto acquisito, ciò nonostante un paio di sottolineature credo che possano essere utili, visto e considerato che la percentuale di bambini obesi in alcune regioni italiane è addirittura superiore a quella di alcuni Stati USA. Mi riferisco, in particolare, alla Campania, in cui la percentuale di bambini obesi è identica a quella della Georgia, che è il secondo stato degli Stati Uniti in termini di percentuale di bambini obesi: 21,3%. Questo dato ha indotto entrambe le amministrazioni locali a prendere provvedimenti con campagne per la disincentivazione della sovralimentazione: una simpatica, quella campana (Ohimà, è tropp’esagerata sta marenna) ed una dalle tinte molto più cupe (“E’ difficile essere una ragazza piccola quando non lo si è affatto”, “Se per voi è un problema ammettere che io sono grasso, per me è un problema esserlo”, “Perché sono grasso? Non ditemi perché ho le ossa grandi perché non è vero” e “Il mio grasso può sembrare simpatico a te, ma è me che uccide.”). In entrambi i casi le pubblicità non si rivolgono tanto ai bambini, quanto ai loro parenti e, questo, per un motivo semplicissimo: ben il 75% dei genitori dei bambini georgiani non ritiene che l’obesità dei propri figli costituisca un problema. Sarà altrettanto alta quella dei genitori campani? Per il fatto che la percentuale di bambini obesi sia identica, sarei propenso a credere di sì.
Ora, ciò che fa specie in tutto il discorso è che, in questi anni, non è che le campagne di sensibilizzazione siano mancate e neppure si può dire che il problema della sovralimentazione non sia mai stato sollevato. Anche le conseguenze di un’alimentazione eccessiva è stata posta abbondantemente sotto i riflettori, ciò nonostante sembra quasi che non ci si renda conto dei rischi ai quali si espone i propri bambini, nutrendoli esattamente come se non avessero un domani. Apnea notturna, asma, cancro del seno, cancro dell’utero, cancro della prostata, cancro del colon, cardiopatia ischemica, depressione, diabete di tipo II, dislipidemia, disturbi della riproduzione, emicrania, gotta, ictus, incontinenza, infarto, Ipertensione, iperuricemia, varici agli arti inferiori e insufficienza venosa, osteoartrosi, ovaio policistico, patologie della colecisti, pseudotumore cerebrale, reflusso gastroesofageo, scompenso cardiocircolatorio, steatosi epatica, sono tutte patologie alle quali la nostra incoscienza rischia di consegnare anticipatamente o con una maggiore probabilità i nostri bambini.
Tutti a dieta? Mah, sicuramente a quelli che sono oltre il semplice e leggero sovrappeso un po’ di educazione alimentare non farebbe male, magari passando attraverso quei genitori che, non appartenendo al 75% che non riconosce la gravità del sovrappeso, ritiene opportuno prendere provvedimenti. E non si pensi che ciò comporti chissà quale scompenso per i propri piccoli, che i bambini hanno risorse da vendere e, soprattutto se interessati e coinvolti allegramente in un percorso stimolante ed avvincente, possono stupire per i risultati che riescono ad ottenere.
Dr Lice
Vimercate