Nel 1982 gli studiosi Bergstrom, Samuelsson e Vane, ricevono il premio Nobel per il loro contributo all’umanità, grazie ai loro studi su un particolare tipo di acidi grassi essenziali, gli eicosanoidi.
Gli eicosanoidi, convenzionalmente distinti in eicosanoidi “buoni” ed eicosanoidi “cattivi”, sono sostanze il cui corretto equilibrio nel nostro corpo è alla base del mantenimento (piuttosto che del ripristino o ancora del conseguimento) di uno stato di benessere ottimale, provvedendo alla regolazione del sistema cardiovascolare, della coagulazione del sangue, della funzione renale, della risposta immunitaria, dell’infiammazione e di numerose altre funzioni.
Gli studi condotti da Barry Sears e dalla sua equipe, riprendendo quelli che hanno valso il premio Nobel ai due biochimici svedesi e al farmacologo britannico, avrebbero messo in evidenza che il perfetto equilibrio tra i diversi eicosanoidi può essere ottenuto attraverso un altrettanto corretto equilibrio tra i diversi alimenti assunti nei singoli pasti: la produzione ed il rilascio degli eicosanoidi dipenderebbe in primo luogo da ciò che si mangia e dagli effetti immediati del cibo sugli ormoni del nostro organismo, in primo luogo insulina e glucagone. Più precisamente: alti livelli di insulina, causati da un consumo eccessivo di carboidrati, produrrebbero un innalzamento della produzione di eicosanoidi “cattivi”, mentre alti livelli di glucagone, determinati da un più equilibrato consumo di proteine e carboidrati, sarebbero alla base di una maggior produzione di eicosanoidi “buoni”.
Tutto vero? C’è chi ne è convinto e chi non lo è per nulla. C’è da dire che un consumo più attento di carboidrati e uno più ampio di proteine determini un senso di sazietà meno immediato ma più prolungato e già solo per questo aspetto la dieta “Zona” meriterebbe di essere presa in considerazione. Che poi sia in grado di indirizzare l’organismo a consumare più copiosamente i grassi favorendo il dimagrimento oppure di migliorare l’apporto d’ossigeno alle cellule favorendo le prestazioni sportive, temo che sia proprio difficile da dirlo con assoluta certezza. Che, infine, sia vero il fatto che grazie alla zona “vi svegliate pieni di energia, con la mente lucida, uno stato d’animo sereno e un atteggiamento positivo nei confronti dei problemi che la vita ci propone quotidianamente” o ancora che con la Zona “la mente è rilassata, ma contemporaneamente vigile e focalizzata con precisione, il corpo è forte e infaticabile, lo spirito euforico”, beh credo che si debba essere parecchio di parte per poterlo affermare con tanta certezza.
Una cosa, comunque, è certa: non si può pensare all’alimentazione solo in base a quanto vediamo in circolazione negli ultimi decenni. L’uomo si è evoluto a contatto con la natura, mangiando quanto quest’ultima metteva a disposizione, in quantità e reperibilità tutt’altro che pantagrueliche. Gli alimenti che hanno affinato l’uomo negli ultimi due milioni di anni sono stati la carne, il pesce, la verdura, la frutta e non altri di recente introduzione nella nostra alimentazione. È stato il consumo dei primi, reperibili fin dall’alba dell’umanità, ad avere messo a punto i delicati equilibri che garantiscono il corretto funzionamento del nostro organismo, non i secondi, di recente comparsa sulle nostre tavole (una volta non esistevano tavole), in quanto presenti solo da poche decine di anni sul mercato (una volta non esisteva il mercato, inteso in senso consumistico), perché prodotti solo recentemente dall’industria alimentare (una volta non esisteva l’industria alimentare).