Il peso ideale rappresenta la fantachimera di tutti i dimagranti di tutti i tempi, ovvero il numero magico che tanto ha fatto, fa e farà soffrire quanti scoprono o decidono di non essere adeguatamente in forma. Ma è proprio il caso?
Quale che sia l’entità del sovrappeso, il fatto di prefigurarsi un obbiettivo numerico rischia di trasformare una tranquilla passeggiata non competitiva, in una vera e propria impresa agonistica in cui esistono solo due possibilità: l’arrivo al traguardo o l’abbandono prima del termine.
Pertanto: a cosa serve fissarsi un punto d’arrivo, se non a recriminare per il tempo che ci si mette a raggiungerlo e rammaricarsi per la lentezza con cui i chili scendono? Situazione assolutamente differente ponendosi un altro numero quale punto di riferimento, ovvero quello del peso da cui si parte: in questo caso sì, che anche il più piccolo risultato restituirà gioia e soddisfazione.
Meglio pertanto pensare al peso di partenza piuttosto che al peso a cui arrivare perché in questo modo si potrà esultare veramente per ogni chilo perso senza subire la tentazione di penare pensando ai chili mancanti.

La ricetta di questa settimana è:

“Quando mi guardo allo specchio penso che assomiglio ad una balena.”
“Quando mi guardo allo specchio penso che devo mettercela tutta per smettere di assomigliare ad una balena.“
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C’è una ricetta leggera, un consiglio per cucinare saporito ma con poche calorie, un pensiero o un’intuizione interessante e che potrebbe essere utile anche ad altre persone: perchè non condividerla?