Sport e sovrappeso stanno tra loro agli antipodi! Non c’è sportivo disposto a scendere a patti con l’eccesso di peso, conscio com’è dell’importanza di avere un peso adeguato alle proprie necessità agonistiche. Anche solo un chilo in meno può rappresentare la chiave di volta per il superamento di un primato personale o il sopravanzamento di un avversario particolarmente agguerrito. La possibilità di saltare più in alto e più in lungo, di muoversi con maggior agilità in mezzo agli ostacoli, di affaticarsi di meno lungo il tragitto, sono validissimi stimoli per inserire accanto agli allenamenti e alle sedute tattiche anche la cura dell’alimentazione, finalizzata tanto al raggiungimento e al mantenimento del miglior stato di forma possibile, che alla ricerca della possibilità di disporre nel migliore dei modi dell’energia presente negli alimenti. Chi dedica tempo e fatica ad una disciplina sportiva sa bene che a fare la differenza è spesso un livello di energia che non crolla sul più bello: al momento di attaccare una salita, di respingere l’attacco di un avversario o di sostenere la carica finale in una partita da dovere vincere a tutti i costi.

Il giusto rapporto tra i vari costituenti nutrizionali durante la preparazione di un evento e in prossimità allo stesso sono cruciali quanto, se non di più, la scelta dell’abbigliamento e delle calzature. Per questo motivo, ad alti livelli, in uno staff che si rispetti non può mancare la figura del nutrizionista, tanto meglio se con competenze in ambito sportivo.

E i comuni mortali, quelli che per intenderci considerano una buona performance fare le rampe di scale senza stramazzare sul pianerottolo finale, piuttosto che riuscire a prendere il pullman con uno scatto felino all’ultimo istante, come devono intendere il binomio movimento ed alimentazione? Beh, è molto semplice: in un contesto culturale, o subculturale, in cui paradossalmente il buon peso viene ascritto al possesso di una fortuna sfacciata piuttosto che ad una serie di attenzioni in ambito nutrizionale e sportivo, riuscire a recuperare queste due dimensioni rappresenterebbe un ottimo viatico per raggiungere e mantenere buoni risultati sia in termini di peso che di performance. Secondo le ultime evidenze cliniche, infatti, ricondurre tutto ad una semplice riduzione calorica, non rappresenterebbe la scelta più vantaggiosa a lungo termine, visto che potrebbe sì portare ad una riduzione del peso corporeo, ma potrebbe anche influire negativamente sull’equilibrio tra massa grassa e massa magra, con una perdita sia della prima che della seconda, evento da scongiurare se si vuole perseguire buoni risultati sia dal punto di vista del peso che della salute. Se è pur vero che un buono stato di salute passa attraverso un contenimento dei chili, non è buona norma perseguire questo risultato in maniera indiscriminata, ovvero senza il rispetto della componente nobile del nostro organismo, ovvero la massa muscolare, dalla quantità della quale dipende in parte il nostro consumo calorico e quindi il buon esito delle nostre fatiche. Meno muscoli uguale minor consumo, minor consumo uguale minore resa della dieta, minore resa della dieta uguale ripresa progressiva dei chili persi nonostante il mantenimento della dieta stessa. Perdere massa muscolare rappresenta pertanto un boomerang micidiale, che da solo può vanificare l’impegno profuso, evento, assolutamente da evitare.

Un inciso finale: qui le considerazioni pratiche relativamente ai consigli dietetici per gli sportivi.